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La storia infinita di un Governo finito-Il Punto di Leo

leonardo cino

Uno dei massimi conoscitori del settore formazione professionale in Sicilia Leo Cino è tornato a scrivere ed analizzare la crisi del settore e la pochezza nel trovare le soluzioni da parte di un Governo regionale inadeguato, senza alcuna linea politica e programmatica per riportare la Sicilia in un clima di governabilità e di chiarezza nei confronti del popolo siciliano, dopo due anni e mezzo di inconcludenza totale di Crocetta e dei suoi gabinetti variabili e di pochissima sensibilità sociale e di peso politico che l’Isola abbia mai conosciuto in settant’anni di autonomia speciale.

La mobilitazione di oggi dovrebbe essere un monito per tutti coloro che sono stati designati “con il nostro voto” a rappresentarci, al fine di operare per il bene comune e che purtroppo invece,con tanta superficialità, continuano ad ignorare le sofferenze di migliaia di famiglie che non possono più aspettare che vengano prese le giuste decisioni per assicurare loro la stabilità del lavoro e le legittime pregresse retribuzioni.La democrazia finisce nel momento in cui chi si occupa di risolvere il problema dei lavoratori deve rispondere delle sue azioni solo a chi lo ha nominato e non tiene minimamente conto del giudizio del popolo, anzi niente deve al popolo, perché il popolo è estraneo alla sua designazione.Questo meccanismo di rendere rappresentativo chi non rappresenta nessuno se non chi gli ha dato la delega, porta necessariamente ad una perversione della democrazia che mette in antitesi il bene del singolo con il bene comune.Un’altra discrasia è l’aver delegato troppi poteri al solo Presidente della Regione,che sta trascinando la Sicilia in un baratro. Se lo si lascerà ancora governare, riuscirà a macellare anche le future generazioni.Non esistendo, come ormai è evidente, né un progetto politico, né risorse, visto che le poche che c’erano se l’è riprese il Governo Nazionale, l’unica alternativa è la transumanza. Secondo il comune buon senso, tutte queste manifestazioni degli Operatori della Formazione, dovevano culminare in una qualche soluzione, ma a quanto pare non sono servite neanche a instaurare una dialettica per spiegare le ragioni di questo immobilismo, che ha portato all’azzeramento e al fallimento di tutto un settore e ad un raffronto per discutere quali prospettive si potevano studiare, considerato che da quasi tre anni il personale della Formazione non percepisce nessun emolumento e non ha garanzie neanche per gli ammortizzatori sociali.Durante l’incontro avuto con l’assessore alla Formazione ho avuto la sensazione di ritornare indietro nel tempo e di essere proiettato in un’era storica lontana, mi sentivo un viaggiatore che si recava presso un oracolo per ascoltare quale destino mi attendeva. Dicono che sia un grande giurista e la sua nomina è stata accolta con grande speranza. Ad oggi però dobbiamo amaramente constatare che siamo di fronte al classico docente universitario che spiega in fretta la sua lezione e, con la stessa fretta va via senza soffermarsi a discutere e con l’arroganza tipica di chi è lontano dal volgo,che viene sì ricevuto, ma con il quale non può e non deve raffrontarsi. Dialettica e raffronto inesistenti.D’altronde il suo onorario gli viene pagato solo per la sua presenza, non per dare soluzioni.Un autorevole giurista scrisse: “nelle cose favorevoli, dobbiamo fuggire insistentemente la superbia e l’arroganza. Infatti, lamentarsi senza misura nella sfortuna,così come gioire eccessivamente nella fortuna, è indice di stoltezza e frivolezza: in tutte le cose della vita si deve conservare la giusta misura. Allora dicono giustamente coloro che ci ammoniscono che quanto più importanti siamo, tanto più umilmente ci comportiamo.Panezio, famoso filosofo, narra che Scipione l’africano soleva dire: come i cavalli selvaggi si devono affidare ai domatori, perché li possiamo usare senza pericolo, così gli uomini sfrenati dalla fortuna e troppo fiduciosi di se stessi, si devono ammonire, perché riflettano sull’ instabilità delle cose e sulla mutabilità della sorte. Anche nelle cose più propizie ci si deve avvalere del consiglio degli amici, mentre si devono evitare completamente gli adulatori, e né si devono ascoltare le loro parole che spesso ci ingannano.”(CICERONE)

Leonardo Cino

 

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Scritto da su mar 30 2015. Archiviato come ARCHIVIO ARTICOLI, LAVORO, PRIMO PIANO, SCRIVI ALLA REDAZIONE. Puoi seguire tutti i commenti di questo articolo via RSS 2.0. Salta e vai alla fine per lasciare una risposta. Pinging non è attualmente consentito

2 Commenti per “La storia infinita di un Governo finito-Il Punto di Leo”

  1. Vincenzo Longo

    Peccato Leo….. peccato che nel 1992 il “mondo della formazione” non abbia colto l’opportunità che ha avuto e non abbia reciso il “marcio” da una pianta che avrebbe potuto dare bei frutti… l’assalu iri a Cicerone non scomodare nessuno è un ta pigghiari manco con Crocetta…
    Con Affetto, Vincenzo Longo (un tuo vecchio amico che appunto nel 1992 pagò u cuntu unitamente ad uno sparuto gruppetto senza voce).

  2. Se devo essere sincera, per me questo assessore al Lavoro più che l’aria da professore ha l’aria da cafone. Un atteggiamento che ha ben poco di intellettuale o accademico e molto di presuntuosetto del quartiere

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