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Miccichè. “Senza vitalizio sarei costretto a chiedere l’elemosina”. I precari insorgono a tali parole !

Sono rimasti sbigottiti i siciliani e non solo, le dichiarazioni fatte dal presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè sulla questione dei vitalizi. Una dichiarazione a detta di tanti che, deve per forza maggiore far riflettere coloro che stanno da una parte della barricate e tante altre che, vivono e vedono “il film” dall’altra parte. – «Se non avessi avuto il vitalizio, nel periodo in cui non sono stato deputato, probabilmente sarei stato costretto a tornare a vivere con mio padre che ha 97 anni, in attesa di maturare i 67 anni per la pensione. Sarei stato costretto a chiedere l’elemosina davanti a una chiesa. E’ questo che si vuole oggi dalla politica? E’ questo quello che vogliono i Cinquestelle?»- Queste le parole dettate dal deputato e a dirla tutta sono parole dettate da una situazione inverosimile per tanti.
Non sapendo se il reddito di cittadinanza o i vitalizi in genere andranno a buon fine o, continueranno a sussistere le polemiche con il M5S su situazioni di fatto o screzi politici, si deve capire e mettere in atto che la situazione al di fuori dal palazzo è seriamente diversa dalle “poltrone di corte”. Se si guarda fuori dall’habitat politico viene da piangere nel pensare che, la classe precaria non può restare inerte alle parole dettate da Miccichè. Stipendi,lusso,confort, vitalizi,benefit,rimborsi o quant’altro possono solo vedersi in Sicilia o in una classe politica nazionale, e pensare che un precario come il Forestale deve attendere mesi e mesi per percepire mezzo stipendio con sacrosanto diritto, fa capire che nessuno ha capito niente di come funziona il sistema al di fuori delle mura.
Vergognoso e inaccettabile per chi vive, soffre, lotta e sopravvive in un contesto penoso di una terra che ha bisogno di tutt’altro che politici del genere, con mancanza di tatto e generosità compassione per i disagi che loro stessi procurano ma su questo, in tanti dovrebbero “farsi un giro”sulla poltrona meno comodo e senza cuscino per capire come si vive e si soffre con 500-600 o 1000 euro al mese, con tutti i bisogni giornalieri e con tutte le tasse che giornalmente vengono fuori. Una mancanza di rispetto verso le categorie deboli e sociali che navigano nella speranza di un qualcosa che non c’è, e proprio per questo sui social già si sono scatenati proclami e disappunti verso colui che per l’ennesima volta non riesce a mantenersi tra i ranghi e cogliere l’occasione per starsene zitto.

Antonio David

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Scritto da su apr 20 2018. Archiviato come ARCHIVIO ARTICOLI, POLITICA. Puoi seguire tutti i commenti di questo articolo via RSS 2.0. Salta e vai alla fine per lasciare una risposta. Pinging non è attualmente consentito

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