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Nasce il Conte Bis:un governo politico tra sopravvivenza e aspettative,colorato da molte presenze del Sud.

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In 27 giorni è stata archiviata la crisi più pazza del mondo e pur avendo lasciato sulla tolda di Palazzo Chigi Giuseppe Conte sempre più calato nel ruolo di civil servant,è cambiato decisamente il colore da giallo-verde a giallo-rosso,un governo senza più giudici a latere o supervisori: i vicepremier e con un solo sottosegretario alla Presidenza,Fraccaro.

Un governo nato dopo il suicidio politico del leader della Lega Salvini che da Capitano non ha capitalizzato la crisi creata da lui stesso l’8 agosto sotto la spinta della mozione no tav presentata dai 5 stelle e che ha finito la corsa all’opposizione,altro che elezioni anticipate e grida contro tutti,operazione politica sventata all’interno del Palazzo con un accordo Pd-5 stelle-Leu che sembrava fino un mese fa una bestemmia o un insulto all’intelligenza degli stessi elettori che erano in posizione antitetica quasi su tutto,tranne la trovata del voto del nuovo commissario europeo Von der Leyen per sventare l’ascesa dei populisti,oggi ridimensionati a Bruxelles.

Da questa crisi chi ci ha guadagnato?Ancora è presto per dirlo ma è stato riesumato Matteo Renzi che a differenza del Matteo del Papeete ha aspettato il momento giusto per tornare protagonista nel dibattito politico ed ha piazzato i suoi fedelissimi,in ministeri di peso:Difesa,Infrastrutture e Agricoltura.

Poi è stata sdoganata definitivamente la purezza dei 5 stelle, che come le liturgie e le logiche del potere sono a tutti gli effetti un partito e non più una forza antisistema che voleva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno,anche loro  si sono adagiati e hanno tenuto ben stretto l’antico vezzo “il potere logora chi non ce l’ha”,con tutti i vecchi schemi delle correnti,dei bilancini e del Cencelli,più che cambiamento,sopravvivere e andare avanti.

Ci sono 11 ministri del Sud,questa potrebbe essere una  novità,visto che il treno del mezzogiorno ancora non prende forma e spinta nello sviluppo del Paese,anzi abbiamo un Ministero del Mezzogiorno come ai tempi dei notabili democristiani nella prima repubblica con a capo un giovane siciliano di Milena :Peppe Provenzano,vice direttore dello Svimez e pupillo di Zingaretti che l’ha fagocitato nella segreteria nazionale del Pd con la delega delle politiche del lavoro e del Sud.

C’è la sorpresa di Nunzia Catalfo catanese,che pochi indicavano come Ministro del Lavoro pur avendo guidato la commissione lavoro al Senato e già dipendente degli sportelli multifunzionali in Sicilia,come esperta e figura specialistica delle politiche attive e dell’incrocio tra domanda e offerta del lavoro,vedremo cosa farà dal reddito di cittadinanza oggi ormai entrata nella fase due e le politiche di investimento e di taglio del cuneo fiscale.

C’è il confermato Bonafede alla giustizia,mazarese di nascita alle prese con la riforma della giustizia che doveva incastrarsi prima della crisi a settembre.

C’è un Ministro dell’economia che non è un tecnico:Roberto Gualtieri , laureato in Storia Contemporanea, ma si dice che i conti a Bruxelles li riesce a fare bene ed è molto stimato con la nomenclatura europea.

L’unico tecnico è l’ex Prefetto di Milano Luciana Lamorgese all’interno e lo spostamento di Di Maio agli esteri che in un senso o nell’altro dimostrerà il reale peso politico del capo dei 5 stelle che ha barcollato ma è rimasto in vita.

Si vedrà adesso se questo governo,nato nei palazzi istituzionali con un cambio parlamentare,sarà credibile o sarà un flop, la Meloni li reputa da subito poltronisti e ribaltonisti.

Certo portare a termine 26 punti programmatici sembra da qui a fine legislatura cosa titanica,soprattutto per le divergenze fino a ieri tra Pd e 5 stelle  e i 4 senatori di Leu anche loro premiati con il Ministero di peso alla Salute,su temi quali le riforme sociali,sulla sicurezza e sulla spesa pubblica,esitare la prossima finanziaria non sarà cosa così scontata anche se appare evidente che la commissione europea sembra dare credito a questo governo,che anche se nato nelle chiuse stanze,sembra non dispiacere alla politica europea.

Un’altra cosa appare evidente,c’è uno svecchiamento anagrafico nella squadra di governo,ma ancora non è chiaro se questa classe dirigente sarà effettivamente capace o no.

E i cambiamenti non possono essere  ascrivibili a un taglio dei parlamentari,ci vuole molto ma molto di più,a partire da un nuovo rapporto tra Stato e gli enti decentrati non solo nei rapporti ma nell’architrave costituzionale,perché il Sud non può solo lagnarsi e il Nord non può trovare lo status dell’optimum con l’autonomia differenziata.

Vedremo nei fatti come si muoverà il Premier Conte,ormai ex Avvocato del popolo per tenere unito uno Stato che non è più in grado di garantire i diritti minimi a tutti e a essere competitivo fuori dai confini del Belpaese.

 

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Scritto da su set 4 2019. Archiviato come ARCHIVIO ARTICOLI, PAROLA DI PACE, POLITICA, PRIMO PIANO. Puoi seguire tutti i commenti di questo articolo via RSS 2.0. Salta e vai alla fine per lasciare una risposta. Pinging non è attualmente consentito

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