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Il Dott. Salvatore Picone ci illustra il progetto “A scuola di affettività – al tempo del Covid”

 

Salvatore Picone

L’emergenza Covid, in questi ultimi due anni, ha stravolto e mutato la quotidianità delle scuole. E se, nonostante tutto, il tempo dell’apprendimento e quello dell’insegnamento sono rimasti in vita, gran parte del merito è da ricondurre a ciò che hanno fatto i docenti delle scuole italiane e a come hanno risposto i loro studenti. Promosso dall’IS “Einaudi-Pareto”  di Palermo, istituto da sempre attento alla formazione umana e professionale degli studenti, prende il via il progetto PON sul tema “A Scuola di Affettività- al tempo del Covid” che parteciperà al prestigioso Premio nazionale insegnanti “Atlante – Italian Teacher Award”.  L’iniziativa, che ha lo scopo di celebrare i valori sociali e culturali della scuola e degli insegnanti italiani, prevede un circolo di studio inclusivo, composto da alunni di età e genere differenti, provenienti da classi e contesti socio-culturali eterogenei, in un percorso formativo di 30 ore attraverso degli itinerari in grado di incentivare il processo di selezione affettiva fatto di intimità, di desiderio di comunicare autenticamente e di condivisione delle proprie emozioni. Il progetto è condotto dall’agrigentino dott. Salvatore Picone, prof. di Filosofia e Scienze Umane specializzato nel sostegno e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, e dalle tutor prof.sse Barbara Tumbiolo  e Giusy Mannelli, entrambe psicologhe, docenti di Tecniche di comunicazione e relazione. Ricordiamo che Salvatore Picone è uno psicologo clinico e di comunità nonché docente di scienze umane. Vive a Palermo, città in cui svolge l’attività di psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e di docente dedicandosi, altresì, a studi di pedagogia, gnoseologia, antropologia, etica e filosofia e alle conoscenze raggiunte dalla psicologia nel campo delle neuroscienze, della metacognizione e della psicologia dello sport. Il progetto “A Scuola di Affettività” si inserisce nella grande corrente della formazione al carattere, ai sentimenti e al processo di umanizzazione del mondo della scuola.

“Se volessimo vivere nel quotidiano il titolo del progetto in questo tempo di bisogno esistenziale – afferma Picone – potremmo ricordarci di quante volte abbiamo ricevuto un abbraccio, un ascolto privo di giudizio,  il sapore di un valore e quante volte abbiamo nutrito il bisogno di tenerezza e di sviluppare una coscienza verso tutti gli esseri che sono importanti nella nostra vita, noi compresi. Cosa posso fare oggi per essere presente nella vita degli altri? Come posso sostituire lo smisurato bisogno di dare e ricevere amore attraverso il compito educativo? Perchè è così importante il processo di umanizzazione degli alunni? Come inculcare l’educazione ai valori, ai sentimenti e alla coscienza personale? Punti di  domanda – conclude Picone – che ci insegnano a osservare non solo i precetti del buon docente, bensì l’amore degli altri nella nostra vita. Se volessimo fare discernimento in merito, capiremo che non sempre è possibile amare, abbracciare, essere abbracciati ed essere presenti allo sviluppo della coscienza affettiva, al dolore di tutti gli attori in gioco presenti nel mondo della scuola, e seguire i programmi ministeriali.”

Picone parte dal presupposto che la persona umana è relazione, coscienza e responsabilità verso l’altro, sguardo, con-tatto e, in quanto educatore, conosce benissimo questi precetti e li persegue con la consapevolezza che la pratica all’interno della classe insegna che non sempre è possibile amare e accettare ciò che la vita ci mette dinnanzi o ci conduce a compiere. Spesso gli alunni si sentono angosciati e smarriti al punto da non riuscire più a godere di una qualità di vita accettabile e non tutti vogliono, possono o cercano di abbracciare l’invito alla maturità affettiva dell’esistenza quando questa lo richiede, non tutti possono o riescono a stabilire una crescita emotiva-sentimentale, non sempre semplice e possibile. Tuttavia, se si insegna che proprio in questi momenti si intensificano il bisogno di amore, di sentirsi amati e di amare, allora la dura realtà può essere trasformata in speranza e tenerezza alla vita, ed altresì, in accettazione e preparazione alla crescita e alla preparazione del grande viaggio dell’esistenza. E proprio dalla scuola nasce l’esigenza di realizzare uno sportello quale intervento educativo per ascoltare i problemi deglistudenti grazie al presente progetto che rappresenta un programma per il futuro, un laboratorio esperienziale dove potere  condividere sogni, paure, storie familiari in cui abitano perdono e assenza di giudizio. Un disegno che offre la possibilità di costruire comunità affettive in cui la necessità di affetto, elaborata insieme, toglie il peso della meritocrazia dell’amore (che non esiste in natura) perchè costituisce un bisogno che appartiene a tutti. Il progetto è anche esperienza di comunicazione, di comprendere il bisogno di con-tatto, di corpo a corpo, in questo tempo in cui è stato impossibile farlo.  L’immersione nel presente, nella consapevolezza del momento che viviamo e che passa, significa imparare a vivere nel “tempo dell’Amore” e, dunque, aiuta a cambiare la percezione del dolore, della rabbia, del senso di colpa, delle aspettative degli altri, scoprendo ogni giorno la “speranza” nell’ordinario e la compassione nelle persone.

di Margherita Biondo

 

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Scritto da su apr 9 2022. Archiviato come AGRIGENTO, ARCHIVIO ARTICOLI, CRONACA, IN EVIDENZA. Puoi seguire tutti i commenti di questo articolo via RSS 2.0. Salta e vai alla fine per lasciare una risposta. Pinging non è attualmente consentito

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