On. Ida Carmina M5S: “Corruzione e malaffare ancora vivi nel tessuto siciliano, va posta fine all’intreccio perverso tra burocrati, imprenditori e politici, un grazie ed un plauso alla Autorità Giudiziaria ed alle Forze impiegate nelle indagini per il costante contrasto alla criminalità organizzata presente nel territorio agrigentino”
AGRIGENTO, ARCHIVIO ARTICOLI, POLITICA giovedì, luglio 11th, 2024
Ida Carmina, deputata del M5S, a margine dell’inchiesta giudiziaria di oggi, con l’esecuzione di 7 misure cautelari, ringrazia e si complimenta con la Procura di Palermo e il Gico delle Fiamme Gialle per la brillante operazione di pulizia effettuata nel territorio saccense.
Con ciò si dimostra che ancora oggi le infiltrazioni mafiose negli appalti pubblici siano un problema persistente e grave perchè le risorse pubbliche vengono depredate a discapito dei cittadini onesti.
Questo scandalo ci rafforza nel convincimento che permanga l’urgenza di rafforzare i controlli e le misure di prevenzione per garantire trasparenza e legalità.
Invece il Governo Meloni va in direzione contraria e giusto ieri, con l’approvazione del Decreto Nordio, ha indebolito la lotta alle forme correttive, eliminando il reato di abuso d’ufficio e limitando la possibilità di utilizzo di strumenti indispensabili d’ indagine come le intercettazioni telefoniche.
Purtroppo, non è una novità, che esistano sistemi di potere che condizionano persino l’esito di competizioni elettorali, come riscontrabile anche dalle prime notizie uscite dalla stampa sull’inchiesta di Sciacca. Imprenditori e politici trovano terreno fertile e contiguità all’interno delle Istituzioni, in un do ut des continuo, dove le forme corruttive variano nella forma ma non nella sostanza.
Oggi più che mai occorre una puntuale applicazione delle direttive dell’Autorità Anticorruzione, che prevedono la rotazione ordinaria dei dirigenti della Pa per evitare che nei ruoli apicali si determini una sorta di dittatura dei colletti bianchi.
Un punto di svolta lotta alla corruzione potrebbe essere una rivisitazione della legge regione siciliana n.10 del 2000, criticata da tanti ma mai modificata ed ancora in vigore, che permette agli alti burocrati un potere sconfinato, rendendoli possibili preda di appetiti e condizionamenti illeciti da parte della criminalità”.
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