Corruzione elettorale e scarcerazione
ARCHIVIO ARTICOLI, CUCINA, PRIMO PIANO sabato, maggio 30th, 2015Mercoledì scorso, 27 maggio 2015, sono stati arrestati ai domiciliari i deputati regionali in carica Nino Dina e Roberto Clemente, e poi l’ ex parlamentare all’ Assemblea regionale, Franco Mineo. Adesso il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo ha revocato gli arresti domiciliari a Dina, Clemente e Mineo, e ciò perché, non solo non ricorrono più le esigenze cautelari, essendo i presunti reati contestati, la compravendita di voti alle Regionali, risalenti al 2012, ma anche perché sarebbe stato commesso un errore nella contestazione del reato. Infatti, gli indagati sono accusati di corruzione elettorale e non di voto di scambio. La giudice, Ettorina Contino, la stessa che martedì ha firmato gli arresti domiciliari, sostiene che la norma che la Procura avrebbe dovuto contestare a Dina, Clemente e Mineo non è frutto della legge nazionale in materia del 57 ma della legge regionale del 70. La legge nazionale impone una condanna fino a 4 anni di carcere e, quindi, è possibile disporre la custodia cautelare. Invece, secondo la legge regionale, il reato è punito fino a 3 anni, quindi è incompatibile con l’applicabilità del carcere o dei domiciliari. Sono stati gli avvocati difensori degli indagati a rilevare l’errore, e alla loro richiesta di revocare gli arresti domiciliari ha risposto sì anche la Procura. Nel frattempo, sono stati confermati gli arresti domiciliari a carico dell’ aspirante consigliere comunale, Giuseppe Bevilacqua, primo dei non eletti alle Amministrative del maggio 2012 a Palermo, e del finanziere Leonardo Gambino, accusati entrambi anche di corruzione. Procura della Repubblica e Guardia di Finanza ipotizzano che il pacchetto di voti di Bevilacqua alle Amministrative di maggio poi sarebbe stato a disposizione di Dina, Clemente e Mineo alle Regionali dell’ ottobre 2012, in cambio di finanziamenti per le proprie società e incarichi per alcuni familiari. Bevilacqua, infine, avrebbe anche chiesto voti alla famiglia mafiosa di Tommaso Natale promettendo, come contropartita, posti di lavoro.
fonte Angelo ruoppolo teleacras
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