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Intervista al Direttore Generale della Fipe-Confcommercio Roberto Calugi

 

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Abbiamo intervistato Roberto Calugi,Direttore generale della Fipe-Confcommercio che ha incontrato i vertici provinciali dell’associazione ad Agrigento.

 

Direttore buon giorno,Lei è venuto ad Agrigento per verificare la situazione del settore e degli associati della Fipe,un comparto il food and beverage maggiormente penalizzato dalla pandemia,dall’incontro di oggi con gli iscritti cosa n’è venuto fuori,dopo le possibili riaperture del Governo ?

Il nostro settore è stato devastato dal Covid, un settore che abbraccia dalla ristorazione, ai bar, agli stabilimenti balneari, all’intrattenimento, abbiamo 120 mila associati iscritti nella nostra organizzazione in Italia, i dati Istat a consuntivo nel 2020 parlano di 22 mila attività chiuse.

Le aziende hanno perso nel 2020 il 40 % del fatturato, nel 2021 nella città d’arte e turistiche come Agrigento anche il 60% ,si sono persi 250 mila posti di lavoro, sono effettivamente numeri di guerra.

I pubblici esercizi vendono socialità, non piatti, è un’economia di guerra ,dove il distanziamento ha fatto da muro per questo comparto.

Bisogna ripartire con tutte le dovute attenzioni del caso,dal 26 aprile si è cominciato ad aprire all’esterno e speriamo che si acceleri ancora e che la campagna vaccinale sia ancora più di massa, per noi il ritorno a lavoro è il primo ristoro.

Il Governo sui sostegni deve essere più incisivo, non solo nella tempistica, mi riferisco ai fitti delle attività che vanno rimodulati a ribasso, i costi diretti e il tema della liquidità per le banche questo settore non è ritenuto affidabile, anche se ha avuto restrizioni di tutti i tipi e senza giudizio di merito che i prestiti siano allungati a 15 anni per somme fino a 30 mila euro cosa che è stata fatta, grazie a un emendamento della Fipe-Confcommercio.”

Nel feed-back tra i territori del Sud e la segretaria nazionali, cosa vi chiedono gli esercenti per tamponare la crisi.

Ho parlato tanto con gli iscritti e la risposta è univoca,lavoro,lavoro,lavoro e rispetto delle regole, c’è molto dignità e voglia di ripartire, paradossalmente prima dei ristori chiedono di riaprire a pieno titolo le saracinesche e avere il diritto di poter lavorare e far ripartire tutto l’indotto e le loro famiglie.”

Dal Recovery Fund per il food and beverage cosa è previsto ?

“Due considerazioni dopo 4 audizioni la Fipe è riuscita a far entrare la parola ristorazione nel Piano di ripresa e resilienza, io credo che nelle azioni trasversali, dalla digitalizzazione alla green economy ci possono essere azioni e spazi per questo settore che può dare tanto anche da un punto di visto dell’adeguamento ambientale.

E penso che il Recovery può essere un volano per il riordino della normativa del settore che è indispensabile, tra un comparto che rispetta tutte le regole e alcuni che per esempio fanno ristorazione non rispettando le elementari norme igienico-sanitarie.”

 

 

 

 

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Scritto da su mag 12 2021. Archiviato come ARCHIVIO ARTICOLI, Interviste, POLITICA, PRIMO PIANO. Puoi seguire tutti i commenti di questo articolo via RSS 2.0. Salta e vai alla fine per lasciare una risposta. Pinging non è attualmente consentito

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