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Cristo si è fermato a Eboli

Pubblicato il report annuale di “ItaliaOggi” e dell’Università “La Sapienza” di Roma: la Sicilia in fondo alla classifica come qualità della vita.

La Sicilia in fondo alla classifica nazionale come qualità della vita. Non è una novità, una sorpresa, e il divario tra nord e sud è ancora profondo. Così è secondo la 24esima edizione del Rapporto sulla qualità della vita in Italia, firmato da “ItaliaOggi” e dall’Università “La Sapienza” di Roma, in collaborazione con Cattolica Assicurazioni. Prima della classe, sia come città sia come provincia, è Trento, seguita da Bolzano e Bologna, e poi Firenze, Milano e Siena sesta. Poi Parma, prima lo scorso anno, adesso è settima. Crotone in Calabria è maglia nera, espressione delle province del Mezzogiorno con diverse criticità nei settori oggetto dell’indagine. La provincia di Crotone è infatti nel gruppo di coda in sei settori sui nove in valutazione: affari e lavoro, poi ambiente, poi istruzione e formazione, poi reddito e ricchezza, poi sicurezza sociale, e poi tempo libero. Dal report emerge netta una spaccatura tra centro – nord e sud con le isole, già cristallizzata tra le pagine di un libro di successo di Giorgio Bocca intitolato “L’inferno, profondo sud, male oscuro”, e più indietro nel tempo da Carlo Levi con “Cristo si è fermato a Eboli”. Nessuna provincia meridionale è nel gruppo delle prime 32 province classificate. La prima provincia siciliana per qualità della vita è Ragusa che però è all’84simo posto, precedendo Trapani al 93simo, Messina al 96simo, Enna 97, Palermo, che sconta in particolare povertà, rifiuti e traffico, è 98esima, Catania è 102sima, e Agrigento 103, poi Napoli 104, Caltanissetta è terzultima, 105, penultima è Siracusa 106, e peggio solo Crotone che è ultima al 107simo posto. E nella relazione sul monitoraggio si legge a commento: “Si fa più netta la separazione tra province del centro-nord, dove migliorano le condizioni a vantaggio dei cittadini, e quelle di sud e isole, dove, complice anche la pandemia, sono esplose aree di forte disagio sociale e personale. La qualità della vita è risultata buona o accettabile in 64 su 107 province italiane, con un miglioramento rispetto all’anno passato. Lo studio infine evidenzia come le grandi aree urbane abbiano retto meglio alla pandemia che ha invece affossato ulteriormente diverse aree meridionali e insulari Le province siciliane sono in coda alle classifiche di quasi tutti i settori. Non sono ultimissime per ambiente: Agrigento ed Enna sono a metà classifica, poi per reati e sicurezza Ragusa è 30esima e le altre siciliane non sono alla fine della classifica, e per il sistema salute Palermo è 13esima ma Agrigento è 92sima.

fonte teleacras angelo ruoppolo

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Scritto da su nov 7 2022. Archiviato come ARCHIVIO ARTICOLI, CRONACA, SECONDO PIANO. Puoi seguire tutti i commenti di questo articolo via RSS 2.0. Salta e vai alla fine per lasciare una risposta. Pinging non è attualmente consentito

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