Riconoscimenti internazionali per il Cortometraggio “Crhoma Key”. Intervista al regista Massimo Puglisi.
ARCHIVIO ARTICOLI, Interviste, PRIMO PIANO lunedì, novembre 14th, 2022
di Margherita Biondo
Molti giovani talenti italiani vanno e restano fuori dal Paese non per una scelta ma per mancanza di opportunità. Sono coloro che chiamiamo “talenti italiani all’estero”, autorevoli rappresentanti della Nazione che riescono a costruire brillanti carriere fuori dai confini dello Stato. Non a caso oggi focalizziamo la nostra attenzione sull’attività di Massimo Puglisi, siciliano residente a Southampton, il quale nella sua carriera ha scritto, diretto e prodotto cortometraggi, spot e comunicazioni sociali dimostrando inventiva e capacità tecnica nella messa in scena con lavori in cui le musiche, la fotografia e il montaggio ripropongono un immaginario caro alla nostra tradizione cinematografica e storica, realizzata sotto una nuova veste, inedita e inaspettata. Puglisi è stato di recente premiato al Procida Film Festival e ha ricevuto una Menzione Speciale Onoraria dalla Giuria del Vienna International Film Award per il suo cortometraggio prodotto in Inghilterra dal titolo “Crhoma Key”. Lo abbiamo intervistato telefonicamente per ascoltare la sua storia e per capire cosa si nasconde dietro la sua macchina da presa.
E’ stato di recente premiato al Procida Film Festival e ha ricevuto una Menzione Speciale Onoraria dalla Giuria del Vienna International Film Award per il suo cortometraggio prodotto in Inghilterra. Cosa significa fare cinema con una passione che ritorna dopo anni di assenza prevalentemente all’estero e con diversi riconoscimenti internazionali?
Si il mio cortometraggio si chiama CHROMA KEY, finalista anche a Vancouver in Canada e vincitore di altri festival precedenti in Svezia e altri luoghi. La passione c’è sempre ma per metterla in opera ci vogliono gli stimoli e i contesti favorevoli. Lo scorso anno ho concluso il mio Master Degree in Film Production all’Università di Southampton, una esperienza entusiasmante seppur nata durante la pandemia, che mi ha permesso di produrre quattro opere; un cortometraggio comico al Teatro della Posta Vecchia, un corto drammatico, un documentario sull’Opera dei Pupi di Cuticchio e infine il mio film per la tesi di laurea sui film ambientati nelle prigioni, precisamente in America nel braccio della morte, appunto “Crhoma Key” Virtual freedom on death row, prodotto all’Università di Southampton in Inghilterra.
Come mai ha pensato di rientrare nel cinema dalle porte accademiche?
Alla mia mezza età ho trovato lo stimolo per tornare all’università confrontandomi con una realtà internazionale ben diversa da quella italiana, anche perchè quì il governo supporta economicamente chi è qualificato. Il percorso è stato entusiasmante, sia per i metodi che per i contesti che si vengono a creare. Nei corridoi puoi incontrare cineasti celebri e prendere un caffè con loro. Ti capita anche di lavorare con attori affermati per piccoli rimborsi spese, inoltre l’università ti offre strumentazioni e location hollywoodiane gratuitamente, quindi approfittarne è un dovere.
Massimo o Max, è andato via dall’Italia cinque anni fa con l’intenzione di dedicarsi al cinema?
All’estero Massimo te lo pronunciano Massì-mo e suona male, tuttavia Max è più simpatico.
Non sono andato via per dedicarmi al cinema ma perché il sistema di vita italiano non mi piaceva in generale, la strada del cinema l’ho ritrovata per caso.
La sua passione e lo stimolo ricevuto per i recenti riconoscimenti alimenteranno nuovi progetti per il futuro?
Beh non sono più un ragazzo e non mi va di programmare progetti complessi, tuttavia alla mia età si segue la strada evitando percorsi superflui, le cose nascono strada facendo senza che le cerchi. Le mie ultime opere le avevo fatte per la mia tesi di laurea e invece sono finite ai festival ottenendo riconoscimenti internazionali. Penso che se le cose devono accadere succedono a qualsiasi età, in Italia nel curriculum devi mettere l’età che ti può penalizzare, quì non viene richiesta. il Regno Unito è il luogo più adatto per provare tutto.
Ci parli dei festival e delle produzioni indipendenti.
Per fare cinema una volta ci volevano un sacco di soldi anche per quello indipendente, ad esempio per le attrezzature e per la pellicola. Oggi con una macchina fotografica un microfono e delle luci, tutti possono fare un film. Tuttavia i soldi ci vogliono per pagare la logistica e i rimborsi per gli attori e tecnici. Chiunque può fare un film ma bisogna anche sedurre gli attori quelli bravi per accettare i ruoli e per fare ciò a rimborso spese deve piacere la tua storia e anche il tuo stile, altrimenti gli attori bravi ti chiedono cifre alte o ti rifiutano la parte. Fortunatamente quando propongo ruoli non ho mai avuto rifiuti sia in Sicilia che all’estero, anzi molti si propongono. Nel mio ultimo film dove il protagonista è un detenuto inglese di colore, hanno risposto al mio casting online ben 28 attori e mi sono sorpreso di vedere anche volti noti della TV inglese, alla fine ne ho scelto uno bravissimo, Donald un gigante buono londinese.
Quali vantaggi offrono i riconoscimenti dei festival?
Ricevere riconoscimenti è un piacere per tutti, poiché quando si riunisce una giuria a Bombay in India a Cannes o a Palermo e ti danno un riconoscimento è solo un onore, considerando che nei festival arrivano centinaia o migliaia di opere ed essere anche solo selezionati è difficile, vincere o avere nomination e menzioni è un grande onore. E’ come ricevere un mega applauso con allori e certificazione e ciò genera degli stimoli per fare meglio o per continuare.
Ormai è da tanti anni nel settore, arriverà prima o poi l’occasione per realizzare un lungometraggio per il cinema ufficiale?
Per fare cinema ci vogliono i soldi, tanti soldi e non te li danno perchè hai talento, li danno alle case di produzione e le case di produzione ricevono migliaia di candidature e copioni di gente di talento e non, opere che non verranno mai lette. Nel cinema ufficiale non c’è mai crisi, i soldi non finiscono mai e persino avanzano, quindi possono permettersi di fare opere belle e insignificanti. Per le piccole produzioni ti danno briciole e per ottenere buoni risultati devi fare i salti mortali. Tanti anni fa mi convocò uno dei più grandi produttori cinematografici italiani che produce film con attori famosi e ad altissimo budget. Un episodio insolito per la realtà italiana, dove i grossi produttori non fanno mai i talent scout personalmente. Tuttavia per uno scherzo del destino non potei andarlo a trovare e persi l’occasione della mia vita; chissà oggi dove sarei arrivato… Oggi vivo nel Regno Unito dove tutto è possibile, ma non vivo in funzione di sfondare nel cinema ma di essere sereno, la vita è anche altro e i momenti piacevoli li vivi anche fuori dai contesti artistici. Tuttavia il mio sogno è quello di realizzare un piccolo capolavoro prima o poi in un contesto internazionale con o senza soldi. Come dicevo prima se qualcosa deve accadere accade senza cercarla.
Durante il suo ultimo percorso artistico quale è stata la sua più grande soddisfazione a prescindere dai riconoscimenti internazionali?
Il più grande premio te lo danno gli artisti quando amano la tua storia e si offrono per entrarci dentro. In Sicilia mia hanno onorato gli attori amici Raimondo Moncada, Alfonso Marchica, Marcella Lattuca, Luigi Corbino, Giovanni Moscato, Camillo Mascolino e il maestro Sal Pumo, musicista di prestigio tra i più importanti turnisti italiani che mi ha composto la colonna sonora per The Prodigal Son, con cui abbiamo vinto diversi premi a Cannes Shorts, London Shorts, Uruvatti Per l’altro cortometraggio Dressing Room con nomination a Procida, ringrazio un brillante Aristotele Cuffaro che insieme a Giovanni Moscato e Camillo Mascolina hanno raccontato la tristezza e il sovraffollamento di coloro i quali vogliono entrare nel mondo del cinema. Infine ringrazio il maestro Mimmo Cuticchio per il documentario “Nostalgia di un puparo”.
Quando potremo vedere il suo cortometraggio “Crhoma Key” e soprattutto cosa le ha dato questa ultima opera in termini di esperienza e soddisfazioni?
La storia del film è ambientata dentro il braccio della morte di un carcere americano, dove un detenuto condannato a morte viene premiato dopo anni di buona condotta. Il premio è l’esperimento di una psicologa che girando un film in CHROMA KEY, classico effetto speciale che cambia lo sfondo di chi viene filmato, gli farà vivere una realtà virtuale all’aria aperta.
Una metafora sull’importanza della libertà che tutti abbiamo ma troppo spesso non ce be rendiamo conto.
Il corto è ancora in concorso sino a fine dicembre dopo di che lo pubblicherò sul web.
Per questo film ho avuto attori bravissimi, la protagonista una attrice inglese di una bravura straordinaria, è stata protagonista in un opera della BBC nelle vesti della regina Elisabeth I, potrei dire la migliore con cui ho lavorato fino ad oggi. Quando chiamai il suo agente insistetti per parlare direttamente con lei e dopo un pò ci riuscii. Quando lesse la storia mi chiamò entusiasta accettando la parte solo con un rimborso spese. Lo stesso fece Donald l’attore di colore premiato in Svezia come miglior attore. Ma il mio più grande dono fu una telefonata da Los Angeles da uno dei più grandi compositori di Hollywood, Peter J. Robinson, autore di colonne sonore di film con Tom Cruise, Nicholas Cage, Antony Hopkins e altre star, serie come Nighmare, Highlander, The Insiders, Godzilla, ecc. Mi disse ho visto il corto che mi ha mandato Liz la nostra amica comune, voglio farti la colonna sonora. Io sorpreso gli dissi scherzosamente di non avere un milione di dollari per pagarlo, ma potevo offrigli un caffè a Covent Garden, e lui mi disse, Max il tuo film mi ha emozionato e voglio farti le musiche. Così Peter J. Robinson che fu tra l’altro il pianista arrangiatore negli anni 70 di Andrew Lloyd Weber per Jesus Crhrist Superstar, e per dieci anni pianista coautore e produttore di Phil Collins, mi fece una colonna sonora bellissima e nell’ultima telefonata mi disse è stato un piacere lavorare con te, complimenti per la tua opera eccellente, magari ci sentiremo per altre occasioni. Ecco questo per me è il massimo riconoscimento che si possa ricevere, per il resto la vita è un film per tutti.
Dove sono visibili i suoi cortometraggi?
“The Prodigal son” con Raimondo Moncada, Marcella Lattuca, Luigi Corbino e Alfonso Marchica è possibile vederlo sul sito https://youtu.be/Ctgz9q8sB4w
“Dressing Room”, con Aristotele Cuffaro e Giovanni Moscato, è possibile vederlo sul sito
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