Officine delle arti, Lauricella e Blaganò al Palazzo Celauro,
ARCHIVIO ARTICOLI, EVENTI, IN EVIDENZA, PROVVISORIA giovedì, giugno 12th, 2014Si può dire qualcosa su tutto, anche su due automobilisti che tamponano. Possiamo inventare una storia, da rappresentare perfino a teatro (come se il tamponamento non fosse, in sé, teatro… accaduto sul palcoscenico della vita). Ma ciò che vorrei dire qui non ha nulla a che fare con una costatazione amichevole; probabilmente non è nemmeno una storia (stasera la vita si è presentata abbastanza “teatrale”). Qui si vorrebbe dire (“si vorrebbe”… nota quanta cautela!) qualcosa su quanto sia capricciosa la forma. Ma ti sei mai chiesto, tra un piatto di pasta e un sonnellino, cosa sia la forma? Proviamo -ancora una volta- a dire qualcosa. La forma, secondo gli studiosi contemporanei, è un’attività in cui dimorano dei valori, alla quale si giunge con l’invenzione. Scomponiamo adesso in: 1) attività, 2) valori, 3) invenzione. L’attività è ciò che nasce dalla passività, e presume che apporti un cambiamento nella natura, la quale è sempre statica nelle sue mutazioni; i valori sono ciò che nella vita contano e che nessuno di noi ha, i quali, letti, ci riempiono di pensieri; l’invenzione, che avviene attraverso tentativi, è la novità nella natura. Ebbene, sembra facile; ma, in realtà, queste tre fasi interne alla forma generano, nel momento in cui la forma diviene tale, infinite forme. Per questa mostra ne abbiamo tre: quelle di Salvatore Lauricella, Francesco Blaganò e Pietro Tarantino. Per convenzione, potremmo riassumerle nella ricerca di idee rappresentate in figura, tratto e concetto. Forniamo un esempio. Se dovessimo rappresentare il termine “albero”, con la figura avremmo un rettangolo marrone e una nuvola verde posta sopra, con il tratto avremmo la scomposizione dei rami in piccoli segni e delle foglie in leggere pennellate, con concetto avremmo semplicemente la parola scritta sulla tela. Si è detto abbastanza? Di sicuro, no. Ma come era scritto all’inizio: si può dire qualcosa su tutto, e non viceversa. Dunque: cinque dipinti, per tre artisti; cinque palcoscenici, per tre punti di visti. Sulla forma. Sulla vita. O non so che altro.
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