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Recensione su Xbox di Indiana Jones e l’antico cerchio, un gioco tra cinema e videogiochi

Disponibile da oggi 6 Dicembre su Xbox, Pc e Game Pass il nuovo videogioco di Indiana Jones denominato il cerchio magico. Gli adattamenti dei Videogiochi al Cinema quasi mai funzionano. GLi adattamenti dei blockbuster in videogiochi spesso si sono risolti in titoli orripilanti o semplici operazioni di marketing, e quello di E.T. ha persino mandato KO Atari in passato. L’antico cerchio si apre con una gigantesca citazione e incorpora nella narrazione elementi che conosciamo a memoria dai film. Basterebbero forse la frusta e il cappello, ma quando vedi la grafica dell’aeroplano dei film, sai che è subito Indiana Jones. Non posso che parlare bene della scrittura di The Great Circle . Indy sembra un’autentica estensione del personaggio del film, e le sue osservazioni impertinenti e la sua frustrazione da padre si riversano in scoppi esilaranti durante il gioco. La sua compagna, Gina, è altrettanto spiritosa, misteriosa e indipendente quanto lo stesso Dr. Jones, magistralmente interpretato dall’attrice Alessandra Mastronardi. Il cattivo ragazzo principale, un archeologo nazista di nome Emmerich Voss (interpretato da Marios Gavrilis), è estremamente inquietante mentre manipola le sue truppe e monologa con i suoi rapitori, ogni parola grondante di un oscuro senso di diritto. La storia è ambientata nel 1937, tra gli eventi di I predatori dell’arca perduta e L’ultima crociata , e porta i giocatori a Roma, Giza, sull’Himalaya, Shanghai e nell’antico regno di Sukhothai, nella Thailandia centro-settentrionale, in una missione per salvare il mondo da un’antica e potente magia.

indina jones

 

Ci sono momenti in The Great Circle in cui la musica, l’ambiente, l’illuminazione e la scrittura convergono per creare una vignetta memorabile, come la prima vera conversazione di Indy con Gina su un balcone in Vaticano. Scherzano avanti e indietro mentre un dirigibile nazista attracca su una torretta a cupola dietro di loro, il sole pomeridiano che scintilla sui tetti dorati e la musica reagisce alle loro strategie e flirt con piccoli trilli. Per un secondo, il gioco sembra indistinguibile da un classico film di Indiana Jones, ed è una vera gioia. Ci sono alcune scene tagliate e pezzi di gioco che sembrano così in The Great Circle , anche se ce ne sono altrettanti che sembrano meno rifiniti su Series S, con animazioni forzate e illuminazione troppo dura. La scrittura e il tono, tuttavia, sono costantemente di prim’ordine. Meccanicamente, il gioco è anche un terno al lotto. Il combattimento si basa principalmente su combattimenti corpo a corpo e, sebbene ci siano le pistole, in genere non sono l’arma più potente a disposizione di Indy. La sua frusta è utile per stordire, creare distanza e avvicinare i nemici per un pugno, ed è in grado di raccogliere oggetti come pale, candelabri, bottiglie e manganelli da usare come proiettili o armi da mischia. I combattimenti casuali uno contro uno contro nazisti e fascisti vanno bene, con pugni solidi e schiocchi di frusta netti, ma le battaglie corpo a corpo programmate tendono a sembrare stagnanti. I nemici non hanno una barra della salute e ci sono poche indicazioni su quanti danni Indy sta infliggendo in un dato momento. La schivata è un elemento chiave in questi combattimenti e non è il sistema più reattivo o indulgente; gli input a volte sembrano lenti o inefficaci e ai nemici è consentito di potenziare grandi colpi anche mentre vengono colpiti a pugni. Cosa ha di più Indiana Jones? Il viso di Harrison Ford, per cominciare. Che però nella ricostruzione del gioco non rende merito all’originale. Del resto, un videogioco difficilmente crea empatia attraverso un volto, che invece è un elemento fondamentale nel cinema. L’Indy de L’antico cerchio fa tante cose convenzionali dei videogiochi: si abbassa per muoversi furtivamente, scazzotta, risolve enigmi, si arrampica sui tetti (come Assassin’s Creed, ma siamo sicuri che succeda anche in qualche film di Indiana Jones). Però non c’è l’ironia, non c’è la musica al momento giusto, non ci sono le emozioni. E diciamolo: il racconto va bene per quello a cui ci ha abituato Disney negli ultimi anni, ma ai tempi di Lucas sarebbe stato scarso anche per una fan fiction. voto 9

 

fonte paladinidelvideogioco.it

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Scritto da su dic 6 2024. Archiviato come ARCHIVIO ARTICOLI, Gamestation, IN EVIDENZA. Puoi seguire tutti i commenti di questo articolo via RSS 2.0. Salta e vai alla fine per lasciare una risposta. Pinging non è attualmente consentito

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