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Lettera dell’Avvocato Caronia a Giovanni Bivona

bivona

Caro Giovanni,

Non pensavo di scriverti una lettera. Penso che quello che tu hai regalato nella tua vita a chi ti ha conosciuto è puro affetto e bontà. Sono sicuro che ci guardi da lassù. Tutti ricorderemo il tuo sorriso, la tua arguzia rustica e semplice che era quella dei nostri antenati, la genuinità dei sentimenti e la tua bontà. In questo mondo posso dire di avere conosciuto un uomo che non sa cos’è l’inganno ma conosce lo stupore. Il tuo sguardo guardava le cose come un bambino che vede solo le cose belle e pure. Naturalmente vedevi la bontà e davi significato al mondo ed alla vita. Se penso a te vedo i tuoi occhi che non capiscono e quasi si stupiscono perché la gente che ti sentiva parlare rideva a crepa pelle, quando tu semplicemente dicevi cose che pensavi su come gira il mondo.

Prima di conoscerti avevo visto in TV la tua ironia e si capiva che era innata e genuina. Tanti dicevano ma ci è o ci fa. Ricordo quel video “Protestate con me. Sto arrivando. Dobbiamo lottare uniti, non se ne può più…Protestiamo, protestiamo, protestiamo, protestiamo” e poi la TV e You tube con “Manca il lavoro, manca l’edilizia, manca la produzione umana” a “La politica è triste, facciamola diventare allegra”, da “Il mio programma è togliere gli giunghi dalla strada! Che poi ci viene la sarsa” a “Non si voglie spusare più nuggu perché non c’è trabagghio. Ha piovuto dalla maddina alla sera. Mangu la doggia mi possu fare io. Vogliamo entrare in Europa così?”, fino a “Adesso diciamo tutti insieme grazie che ho bevuto!!!” e tante altre.

Ebbene poi ho scoperto che eri vero. Eri un uomo semplice e vero. Amavi la vita e la tua famiglia. Eri più di un “maestro di vita”. Eri un parrucchiere semplice. Eri come “alice nel paese delle meraviglie”. Se non sapevi cos’è la cultura, la tua mente era la mente pura di un genio incontaminato che ti permetteva di andare oltre l’opinione comune. Non avrei mai creduto di scoprire che la tua ironia nasceva da uno sguardo veramente buono sulle cose e dalla saggezza dei nostri nonni e dalla semplicità dei bambini. E tutto era in unico sorriso. Non so se eri più buono o saggio o semplice, ma so che la tua vita e il tuo sguardo è stato segnato dal tuo sorriso. Era un sorriso pieno di significato. Era la contentezza di vivere e il tuo sguardo che disarmava.

Ricordo quando con l’amico Giuseppe Bennica abbiamo tentato di farti guadagnare qualcosa con delle apparizioni televisive e ricordo tutte le idee e i copioni puntualmente superati dal genio della genuinità. Spesso avevi difficoltà a difenderti dalle bruttezze del mondo e non le capivi anzi le giustificavi. Lo vedevi e amavi il mondo perchè buono. Ricordo quando ti ho accompagnato a Milano alla trasmissione “Pomeriggio 5“ di Barbara D’Urso e non riuscivi capire come ti potevano pagare per farti parlare solo pochi minuti, che quasi volevi restituirli quei

soldi perché non avevi parlato a sufficienza. Le tue semplici deduzioni erano inesorabilmente spiazzanti e poi per giorni stavi lì a pensare vero è.

Ti voglio ricordare come tu volevi come il barbiere di Palma di Montechiaro e sono sicuro che lassù stai facendo i capelli a San Pietro e chissà quante gliene dici….

Ciao Giovanni ti saluto con un sorriso.

 

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Scritto da su set 10 2017. Archiviato come AGRIGENTO, ARCHIVIO ARTICOLI, PRIMO PIANO, SCRIVI ALLA REDAZIONE, SECONDO PIANO. Puoi seguire tutti i commenti di questo articolo via RSS 2.0. Salta e vai alla fine per lasciare una risposta. Pinging non è attualmente consentito

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