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Inchiesta Selinus scopero giro corruttivo al Parco di Selinunte, emesse misure interdittive per 6 persone , tra questi l’ex Presidente del Parco, decisivo il trojan

guardiadifinanza

 

Un “patologico sistema clientelare” per “l’assegnazione di pubbliche commesse a un cartello di imprese”.

 E’ l’accusa contestata dalla Procura di Marsala nell’inchiesta ‘Selinus’ sul Parco di Selinunte, basata su indagini della Guardia di finanza di Castelvetrano, che ha portato alla loro temporanea interdizione dai pubblici uffici e al divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per l’ex direttore del Parco, due funzionari regionali e tre privati imprenditori.

L’ordinanza cautelare del Gip è stata eseguita da finanzieri del comando provinciale di Trapani.
In quasi due anni di indagini, avviate nel 2020, ricostruisce la Procura di Marsala, gli accertamenti delle Fiamme gialle si sono avvalsi di incroci di banche dati, intercettazioni telefoniche, analisi di tabulati telefonici, telecamere occulte, accertamenti bancari e pedinamenti. Inoltre, i finanzieri, si sono avvalsi di un ‘trojan’ installato sul “dispositivo cellulare in uso ad uno degli imprenditori, legato all’ex direttore del Parco da solidi e ben celati legami d’amicizia”. “Grazie al captatore informatico – sottolinea la Procura di Marsala – la Guardia di finanza, attivando il microfono del cellulare infetto, è riuscita a costruire un quadro probatorio di assoluto rilievo, utile a dimostrare l’esistenza, all’epoca delle indagini, di un patologico sistema clientelare nel Parco archeologico selinuntino, preordinato all’assegnazione di pubbliche commesse ad un cartello d’imprese, per lo più agrigentine, riconducibili alle figure dei tre imprenditori”.
Il Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria rappresenta uno dei più straordinari siti di interesse storico, culturale ed artistico del Mediterraneo, classificandosi al primo posto in Europa per estensione territoriale, meta annuale di numerosi visitatori e studiosi provenienti da ogni parte del Mondo.

Questo l’elenco degli indagati: Bernardo Agrò, 63 anni, presidente del Parco Archeologico Valle dei Templi; Tommaso Sciara, 62 anni, di Favara; Antonio Mortellaro Ferraro, 46 anni, funzionario regionale di Ribera; Vito D’Anna, 60 anni di Favara; Vincenzo D’Angelo, 47 anni di Partinico; Massimiliano Raia, 38 anni di Canicattì; Nicolò Castrò, 70 anni di Salemi ma residente ad Agrigento (unico a non essere raggiunto da misura interdittiva).

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Scritto da su mar 7 2023. Archiviato come ARCHIVIO ARTICOLI, CRONACA, PRIMO PIANO, SECONDO PIANO. Puoi seguire tutti i commenti di questo articolo via RSS 2.0. Salta e vai alla fine per lasciare una risposta. Pinging non è attualmente consentito

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