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Pensione quota 100 possibili novità.

quota 100

Tempi stretti per trovare una quadra sulla flessibilità in uscita. L’esecutivo Conte avrà poche settimane per raggiungere un’intesa all’interno della maggioranza sulle modifiche da apportare alla Legge Fornero entro la fine dell’anno. Il timing resta quello della prossima legge di stabilita’ a cui l’esecutivo inizierà a lavorare dopo la pausa estiva da metà settembre e che dovrà essere presentata in Parlamento entro metà Ottobre dopo la nota di aggiornamento al DEF attesa per la fine di settembre. Insomma i tempi sono ristretti e probabilmente non tutte le misure annunciate in campagna elettorale troveranno spazio all’interno della prossima legge di bilancio.

Tra i capitoli meno a rischio c’è la proroga dell’opzione donna favore delle lavoratrici nate dopo il 1958 per le quali i costi – a seconda di come si vorrà calibrare la proroga – non appaiono ingenti. Poi c’è il delicato capitolo sulla flessibilità in uscita. Antonio Brambilla, ha proposto per conto della Lega due canali di uscita. Il primo, la cosiddetta quota 100, richiederà che l’interessato abbia maturato contemporaneamente un requisito di età e uno di contribuzione, la cui somma deve appunto dare 100. Rigide però le combinazioni possibili:64 anni e 36 di contributi oppure 65 anni e 35 di contributi. Fuori le altre combinazioni. Ad esempio un lavoratore con 62 anni e 38 anni di contributi o 60 anni e 40 di contributi resterebbe senza benefici.

L’altro canale di accesso sarà la pensione con 41 anni e 5 mesi di contributi a prescindere dall’età anagrafica (contro i 42 anni e 10 mesi di contributi attuali, 41 anni e 10 mesi per le donne). Alle misure verrebbe abbinato un tetto alla contribuzione figurativa valorizzabile (2 o 3 anni massimo) e alla penalità consistente nel ricalcolo con il sistema contributivodelle anzianità maturate tra il 1996 ed il 2011 per coloro che al 31 dicembre 1995 vantavano almeno 18 anni di contribuzione. Sulla pensione con 41 anni e 5 mesi di contributi resta però da comprendere se sostituirà o meno l’anticipata standard con 42 anni e 10 mesi di contributi o se il canale si aggiungerà a quest’ultima.

La Lega punta a mandare in soffitta anche l’Ape Sociale dal 1° gennaio 2019 sostituendolo tramite un irrobustimento delle forme di solidarietà gestite dai fondi esuberi e dai fondi interprofessionali. Obiettivo scaricare i costi dell’ape sociale sulle aziende e sulle varie categorie professionali lasciando alle parti sociali e datoriali l’individuazione puntuale dei possibili beneficiari. La proposta Brambilla, tuttavia, non convince sindacati e M5S che puntano ad interventi di respiro più ampio e con meno penalizzazioni. In attesa che si dissipino le nubi sul prossimo intervento occorre tranquillizzare i molti lettori che sono andati in pensione o che andranno in pensione da qui a fine anno, prima quindi di un possibile intervento di riforma. Vediamo quindi le principali casistiche astrattamente possibili.

Ape sociale e Quota 100

Chi ha avuto accesso all’ape sociale (o ha fatto domanda entro la fine di quest’anno) continuerà a goderlo sino alla sua naturale scadenza. Se a seguito della Riforma matura il diritto alla pensione con quota 100 sarà possibile optare per quota 100 che di regola sarà di importo più favorevole rispetto all’ape sociale). Chi invece attendeva per una sua proroga maturando i requisiti nel 2019 rischia di non poter più accedervi se il nuovo esecutivo deciderà di non rinnovare la misura.

Ape volontario e quota 100

Vale quando detto sopra con riferimento all’Ape sociale. Anche in questo caso sarà possibile optare per il pensionamento con quota 100 estinguendo anticipatamente il prestito pensionistico (con risvolti positivi sugli oneri da pagare). L’ape volontario, a differenza di quello sociale, non dovrebbe essere abolito.

Esodati

Per chi è già in pensione non cambia nulla. Chi è già in possesso della certificazione Inps ed attende l’apertura della finestra mobile di cui al decreto legge 78/2011 potrebbe però scegliere di andare in pensione con le nuove regole se più favorevoli.

Opzione Donna

Non cambia nulla. Per chi è già in pensione con il regime sperimentale non sarà possibile optare per la quota 100.

Cumuli

Quasi certamente non sarà possibile cumulare la contribuzione mista ai fini dei 35/36 anni di contributi necessari per la quota 100. In tal caso tornerà di attualità procedere ad una ricongiunzione dei periodi assicurativi. La possibilità di cumulo dovrebbe restare intatta, invece, se finalizzata per conseguire la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi o eventualmente il nuovo requisito contributivo ridotto).

Categorie a rischio

Tutti coloro che non hanno maturato il diritto a pensione con le regole attuali al momento in cui entrerà in vigore la Riforma (es. 1° gennaio 2019) saranno potenzialmente esposti alle nuove regole. Chi ha cessato il lavoro ed è in attesa di raggiungere l’età pensionabile può farsi autorizzare alla prosecuzione volontaria dell’assicurazione IVS dall’Inps. Nella malaugurata ipotesi in cui le nuove regole risultino peggiorative di quelle attuali (è difficile) il possesso dell’autorizzazione ai vv potrà essere di aiuto a rimettere in carreggiata le regole attuali con nuove salvaguardie pensionistiche al pari di quanto accaduto in occasione dell’ultima Riforma. Chi ha già raggiunto il diritto a pensione ancorchè non abbia ancora fatto domanda di pensione resterà soggetto alle regole attuali (cristallizzazione del diritto a pensione).

pensionioggi.it

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Scritto da su lug 20 2018. Archiviato come ARCHIVIO ARTICOLI, IN EVIDENZA, LAVORO, SECONDO PIANO. Puoi seguire tutti i commenti di questo articolo via RSS 2.0. Salta e vai alla fine per lasciare una risposta. Pinging non è attualmente consentito

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