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Regionali Sicilia .Finora una campagna elettorale vintage,non ha scaldato il popolo,si cambino gli schemi  

Elezioni

E’ partita la campagna elettorale,ufficialmente da calendario la data x è giorno 6 ottobre,con la presentazione di candidati presidenti e liste collegate,praticamente appena un mese di competizione tra piazze,tv e social ormai forse più seguiti dei mezzi di comunicazione tradizionali.Però già da una settimana i candidati Presidenti hanno rotto gli indugi e hanno fatto capolino quatti quatti alla ricerca del consenso per la bontà del loro progetto politico e di governo a favore dei siciliani.

Il clima,si è capito subito non sarà sereno,finora le coalizioni di Musumeci e Micari si imbeccano per dimostrare chi ha più vecchiume tra le loro fila e che da una parte e l’altra hanno più di qualcosa da farsi perdonare dai siciliani.I 5 stelle come al solito,ormai i problemi se li creano dall’interno e pure se,con il favore del pronostico,rischiano di cappottare,perché al primo soffio di vento perdono la bisonda e si rivangano accuse e sospetti degni del Kgb.Poi la galassia dei sicilianisti che si sono parcellizzati talmente tanto che non si capisce chi ha la primazia a sostenere i diritti negati dei siciliani sulla mancata applicazione dei diritti previsti nello Statuto autonomista e poi Forconi e Vittorio Sgarbi che,pur non essendo siciliano,conosce la Trinacria dall’isola Capo correnti a Calascibetta a menadito e potrebbe essere una variabile indipendente intercettando un voto senza tessera che aspetta qualcuno che scaldi il cuore tiepido dei siciliani.

La prima di Micari e Musumeci a Catania e Ravanusa non ha emozionato il popolo siciliano,il primo impallinato dagli stessi organizzatori,presenti i generali,mancava la base,un segnale che fa riflettere.Il secondo ha provato a scaldare i cuori in un’area,quella sud-occidentale della Provincia di Agrigento,abbandonata dai governi in carica che ha messo in ginocchio l’economia di un territorio laborioso e di piccoli imprenditori che nel campo agricolo,grazie alla chiusura del ponte Petrulla,soffre maledettamente,ma al netto dei presenti,una buona parte di fuori,non è riuscito ancora ad entrare nel cuore della gente comune.

Voi direte,non hanno ancora tirato il pezzo da novanta i programmi di governo?Sì, ma non bisogna chiamare lo staff di Junker o Trump per conoscere i problemi degli ultimi 5 anni in Sicilia.

Sulla burocrazia regionale e la famosa legge 10/2000 come intendono operare ?ce lo chiediamo tutti.Infatti un freno per lo sviluppo e il buon funzionamento dei dipartimenti parte da questa legge,potere azzerare questa burocrazia oggi distratta,lenta e che si prende pochissime responsabilità gestionali e finanziarie,sempre più legata ai governi amici che li nomina,li rota e li coopta,ma che non ha nessuna soluzione a sbloccare i fondi.Abbiamo perso o restituito più fondi di una finanziaria votata dal Parlamento con i mille emendamenti che passano trasversalmente con la complicità di maggioranze e opposizioni sempre pronti a raggiungere accordi per interessi trasversali.

Un altro punto che ha dell’incredibile è il sistema integrato dei rifiuti,da 5 anni aspetta una riforma sollecitata dai piani alti europei e nazionali e ancora siamo all’anno zero e a tutti fa comodo ributtare la palla a centrocampo,lo specchio della vivibilità delle città e del territorio è peggio di Beirut,i commissari straordinari a oggi hanno fallito,alla stessa stregua di un sistema efficiente e trasparente sulla gestione dell’acqua,con Siciliaacque che monopolizza tutto,dalle vendite dell’acqua all’ingrosso a prezzi fuori mercato,ad una gestione a dir poco fallimentare.

Per non parlare dei ritardi della infrastrutturazione viaria e della perequazione fiscale,Patto per il Sud,Fondo Sviluppo e Coesione e l’ultimo tentativo del Decreto Mezzogiorno,(Io Resto al Sud),che ha visto la politica poco produttiva.Siamo maledettamente indietro e i filtri a scalare dalla Regione alle Province e ai Comuni non hanno trovato la sintesi giusta per progettare e avere finanziate le opere,il fumo Renziano alla Valle dei Templi non ha trovato riscontro,finora purtroppo a due anni dalla storica firma.

Crisi degli enti locali,il 90% delle amministrazioni siciliane,grazie anche al poco filtro con il governo regionale uscente,è andato in ambasce,il fondo per le autonomie locali si è ancora assottigliato e tra anticipi di cassa e ritardi nell’erogare le somme,si opera in dodicesimi o con mutui continui che destabilizzano la tenuta dei bilanci degli enti locali,ridotti a polveriera e oggetti di insulti dei cittadini,vedi la proliferazione dei centri cittadini di accoglienza che spacca la popolazione adesso pure nei centri cittadini. Per il capitolo contrattisti degli enti locali,forestali e della riforma dei consorzi rimane il solito slogan da campagna elettorale.

A questo punto ci chiediamo per potere leggere i programmi,le soluzioni possibili e le risposte immediate a questa foltissima platea di siciliani,dobbiamo aspettare il 6 novembre e farci abbindolare da belle parole che oggi possono apparire lontane dalle aspettative del popolo siciliano?

La vecchia storia che la Sicilia è un laboratorio politico e anticipa sempre il risultato nazionale non attacca più,i siciliani sono molto più maturi da messaggi di distrazione di massa,gli operatori della politica comincino a cambiare assetto e non guardare i cittadini come meri numeri,il granaio e la mietitura oggi sono deserti e non sono più i tempi per narcotizzare la gente che è molto più avanti di molti soloni che hanno perso appeal e credibilità.

 

 

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Scritto da su set 18 2017. Archiviato come ARCHIVIO ARTICOLI, POLITICA, PRIMO PIANO. Puoi seguire tutti i commenti di questo articolo via RSS 2.0. Salta e vai alla fine per lasciare una risposta. Pinging non è attualmente consentito

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