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Dopo la Legge Fornero come si impugna il licenziamento

fornero

LA PRIMA FASE

Entro quale termine deve essere presentata la domanda al Giudice?

L’azione davanti al giudice deve essere intrapresa entro e non oltre il termine di 180 giorni che decorrono dalla data di impugnazione del licenziamento (270 giorni, invece, per i licenziamenti intimati prima del 18 luglio 2012). Scaduti i 180 giorni il diritto si “prescrive”, ossia non si potrà più agire in giudizio .

Come si propone l’azione?

L’azione si intraprende col deposito di un ricorso davanti al Giudice del Lavoro competente per territorio.Il lavoratore deve ripresentare tutte le ragioni già proposte con l’impugnazione del licenziamento fatta con la lettera. Possono essere avanzate nuove richieste solo se strettamente collegate alle motivazioni del ricorso.Per es.: insieme al ricorso indicante le ragioni per le quali si reputa il licenziamento ingiusto, potrà essere proposta (poiché connessa) una domanda di risarcimento dei danni provocati dal comportamento del datore, come nel caso di licenziamento ingiurioso (quando è lesivo del decoro, dell’onore e della dignità del lavoratore).Al contrario, non potranno essere presentate domande non strettamente collegate ai motivi dell’impugnazione, come ad esempio la richiesta di pagamento degli stipendi non dati.

 Chi è il Giudice competente a decidere sul ricorso?

Il giudice competente a trattare la causa è quello nella cui circoscrizione territoriale è sorto il rapporto di lavoro o dove si trova l’azienda o una sua dipendenza alla quale è stato addetto il lavoratore o presso la quale egli ha prestato la sua opera fino al momento del licenziamento .Una volta depositato il ricorso, il giudice del lavoro fissa (con decreto) l’udienza di comparizione delle parti (lavoratore e datore) nei 40 giorni successivi.Il lavoratore deve notificare, al datore di lavoro, ricorso e decreto di fissazione di udienza almeno 25 giorni prima dell’udienza stessa.

Come si costituisce il datore di lavoro?

Il Datore di lavoro, dopo aver ricevuto il ricorso proposto dal lavoratore e il decreto di fissazione dell’udienza stabilita dal giudice, deve costituirsi almeno 5 giorni prima della stessa.

Il datore di lavoro deve provare la presenza dei giusti motivi alla base del licenziamento.

In questa fase, il datore di lavoro non può presentare ulteriori domande nei confronti del lavoratore, come ad esempio nel caso di richiesta di risarcimento dei danni provocati dal lavoratore a seguito delle mancanze avute nel corso del rapporto di lavoro.

 Come si svolge la prima udienza?

Alla prima udienza, il Giudice ascolta le parti e procede ad assumere le prove (ad esempio l’ascolto dei testimoni e l’esame della documentazione depositata) che ritiene indispensabili, così come richiesti dalle parti o disposti da lui stesso.

 Come si conclude il giudizio?

Il giudizio si conclude con un’ordinanza di accoglimento o rigetto della domanda.

La decisione del giudice è immediatamente esecutiva (cioè è subito obbligatoria), non può essere sospesa o revocata, se non con la sentenza emessa dopo il giudizio di opposizione.Con l’ordinanza si conclude la “prima fase” introdotta dalla riforma Fornero, volta a garantire al lavoratore licenziato una rapida tutela e a evitare al datore il protrarsi dell’incertezza lavorativa e economica fino all’esito del giudizio.

 LA SECONDA FASE

Ci si può opporre all’ordinanza del giudice?

L’ordinanza emessa dal Giudice del lavoro è opponibile.

L’opposizione, a pena di decadenza, deve essere proposta nei 30 giorni successivi alla notificazione o comunicazione dell’ordinanza.

Con l’opposizione inizia la “seconda fase” introdotta dal rito Fornero.

 

Come si oppone l’ordinanza di accoglimento o rigetto?

L’opposizione si propone attraverso il deposito di un ricorso innanzi allo stesso Tribunale che ha emesso l’ordinanza.

Bisogna stare molto attenti quando si deposita il ricorso di opposizione all’ordinanza del giudice. Infatti, colui che si oppone alla ordinanza non può proporre domande diverse da quelle già formulate nella prima fase del processo, a meno che non siano fondate sugli identici fatti costitutivi del licenziamento.

Il ricorrente (anche detto opponente) può anche proporre domande nei confronti di soggetti diversi, rispetto ai quali la causa è comune o dai quali si intende essere garantiti.

 

Dopo il deposito del ricorso, il Giudice fissa con decreto l’udienza di comparizione delle parti nei 60 giorni successivi.

Il ricorso e il decreto di fissazione dell’udienza vanno notificati alla controparte (opposto) almeno 30 giorni prima dell’udienza e quest’ultima deve costituirsi almeno 10 giorni prima della stessa.

 

Come si costituisce l’opposto?

La costituzione dell’opposto si effettua mediante deposito di una memoria difensiva [5].

Con la memoria difensiva (a differenza della forma libera della prima fase) la parte opposta deve prendere posizione, in maniera precisa e non limitata ad una generica contestazione, riguardo ai fatti indicati dall’opponente a fondamento del ricorso, nonché proporre tutte le sue difese, indicando specificamente i mezzi di prova di cui intende avvalersi, specificando i documenti depositati insieme alla memoria stessa.

 

Come si svolge il giudizio di opposizione?

Alla prima udienza il Giudice sente le parti e procede nel modo che ritiene più opportuno agli atti di istruzione ammissibili (alle prove) e può assegnare alle parti un termine (10 giorni) per il deposito delle note conclusionali.

 

Come si conclude il giudizio di opposizione?

Il giudizio di opposizione si conclude con la sentenza di accoglimento o rigetto dell’opposizione.

La sentenza deve essere depositata in cancelleria entro 10 giorni dall’udienza di discussione.

La sentenza è provvisoriamente esecutiva e impugnabile dinanzi la Corte d’appello.

 

Con l’opposizione si conclude la “seconda fase” introdotta dal Rito Fornero.

 

 

LA TERZA FASE

Come si impugna la sentenza ?

Contro la sentenza che decide l’accoglimento o il rigetto del ricorso in opposizione è ammesso, quale secondo (ma in realtà terzo) grado di giudizio, il reclamo davanti alla Corte d’appello.

Il reclamo si propone con ricorso da depositare, a pena di decadenza, entro 30 giorni dalla comunicazione o dalla notificazione della decisione.

 

Davanti la Corte d’appello v’è il divieto di presentare nuovi mezzi di prova (ad esempio altri testimoni) o nuovi documenti, con la sola eccezione di quelli che i giudici ritengano indispensabili ai fini della decisione, nonché quelli che la parte dimostri di non aver potuto acquisire nella fase precedente.

 

Come si svolge l’udienza in Corte d’appello?

La Corte d’appello fissa, con decreto, l’udienza di discussione nei 60 giorni successivi alla presentazione del ricorso.

Per la notifica del reclamo e del decreto di fissazione dell’udienza (30 giorni prima della costituzione), per la costituzione del convenuto (10 giorni prima dell’udienza), i termini sono uguali a quelli previsti per il giudizio di opposizione.

 

Alla prima udienza, la Corte d’appello, se ricorrono gravi motivi, può provvedere alla sospensione dell’efficacia della sentenza reclamata.

 

Dopo aver deciso sulla sospensione dell’efficacia della sentenza del Tribunale, la Corte, sentite le parti, procede allo svolgimento degli atti di istruzione (prove) eventualmente ammesse .

 

Come si conclude il giudizio davanti la Corte d’appello?

Terminata la fase istruttoria, la Corte d’appello accoglie o rigetta il reclamo con sentenza.

In ogni caso i giudici di secondo grado, prima di decidere, se ritenuto opportuno, possono assegnare un termine alle parti, fino a 10 giorni prima dell’udienza, per il deposito di note difensive.

Entro i 10 giorni successivi all’udienza di discussione, la Corte d’appello deve depositare, in cancelleria, la sentenza e le motivazioni con le quali decide il reclamo.

 

Con la sentenza della Corte d’appello si conclude la “terza fase” prevista dalla riforma Fornero.

 

 

LA QUARTA FASE

Come si impugna la sentenza della Corte d’Appello?

La sentenza si impugna con ricorso in Cassazione, da proporre, a pena di decadenza, entro 60 giorni dalla comunicazione o notificazione della stessa.Per poter ottenere la sospensione dell’efficacia della sentenza di secondo grado, deve essere fatta richiesta direttamente alla Corte d’appello, che provvederà a sospendere l’efficacia della sentenza se ricorrono gravi motivi.La Corte di Cassazione deve fissare l’udienza di discussione non oltre il termine massimo di 6 mesi dalla proposizione del ricorso. Con la Cassazione  si conclude la “quarta fase” prevista dalla Fornero.

CONCLUSIONI

Restano molti dubbi sull’efficacia della Riforma introdotta dal Ministro Fornero.

Infatti, l’individuazione dei termini ridotti, la libertà della procedura nella prima fase e soprattutto la previsione di una corsia preferenziale rischia di stoppare le altre cause di lavoro (mobbing, mansioni superiori, trasferimenti e così via) e ingolfare l’operato dei tribunali.Inoltre il passaggio da 3 a 4 fasi di giudizio e lo sdoppiamento del primo grado  appare contrastante con le esigenze di celerità alla base della riforma.

 

Fonte ANDREA BORSANI

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Scritto da su nov 17 2014. Archiviato come ARCHIVIO ARTICOLI, IN EVIDENZA, INGIUSTIZIE QUOTIDIANE, LAVORO. Puoi seguire tutti i commenti di questo articolo via RSS 2.0. Salta e vai alla fine per lasciare una risposta. Pinging non è attualmente consentito

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