La Sicilia teatro dello scontro tra Ong e governo
ARCHIVIO ARTICOLI, CRONACA, PRIMO PIANO, SECONDO PIANO giovedì, novembre 3rd, 2022Quasi mille migranti su tre navi umanitarie da giorni in mare innanzi alle coste siciliane attendono un porto sicuro dall’Italia. Il perché del no di Meloni e Piantedosi.
Lo scorso 26 ottobre il neo ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha vietato a due navi umanitarie con a bordo circa 300 migranti l’ingresso nelle acque territoriali italiane. E ciò perchè Libia, Malta e l’Italia sono state informate dei salvataggi solo a operazioni avvenute, senza alcun raccordo. E Piantedosi, nella sua direttiva, ha citato anche l’articolo 19 della Convenzione Onu sul diritto del mare, secondo cui le navi di tutti gli Stati, costieri o privi di costa, godono del diritto di passaggio inoffensivo attraverso il mare territoriale. Il passaggio è inoffensivo fintanto che non arreca pregiudizio alla pace, al buon ordine e alla sicurezza dello Stato costiero. Tali condizioni si verificano se la nave in questione è impegnata in alcune attività, tra cui il carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero. Ecco il perché del no del ministero. Ebbene, adesso alle due navi ong la “Ocean Viking”, con bandiera della Norvegia e la francese “Sos Mediterranee” che la gestisce, e la tedesca “Humanity”, si è aggiunta una terza nave umanitaria, la “Geo Barents”, con bandiera della Norvegia e timone ai francesi di “Medici senza frontiere”, con a bordo 572 extracomunitari. E dunque sono complessivamente 985 i migranti soccorsi in mare e in stallo sulle tre imbarcazioni che incrociano a poche miglia dalle coste siciliane. Le ong hanno lanciato diversi appelli ad Italia e Malta per ottenere un porto sicuro dove sbarcare: “A bordo abbiamo tanti bambini, e c’è chi ha bisogno di cure immediate”. La presidente del Consiglio, Giorgio Meloni, ovviamente interpellata, ha spiegato: “Se fai la spola tra le coste africane e l’Italia per traghettare migranti, violi apertamente il diritto del mare e la legislazione internazionale. Se poi una nave Ong batte bandiera, poniamo, tedesca, i casi sono due: o la Germania la riconosce e se ne fa carico o quella diventa una nave pirata”. E il ministro Piantedosi ribadisce: “Non possiamo farci carico dei migranti raccolti in mare da navi straniere che operano sistematicamente senza alcun preventivo coordinamento delle autorità”. Replica l’associazione “Medici senza frontiere”: “Il nostro team di bordo ha tempestivamente contattato e informato sia le autorità marittime maltesi, responsabili della zona ‘ricerca e soccorso’ in cui si sono svolte le attività di salvataggio, che le autorità italiane, ma il centro di coordinamento dei soccorsi maltese non ha inviato alcuna istruzione o comunicazione. Sulla nave ci sono oltre 60 minori, 3 donne incinte e casi che richiedono un intervento immediato, come quello di una famiglia del Togo con una bimba di 11 mesi nata con il labbro leporino e che ha difficoltà nella deglutizione. I suoi genitori hanno lavorato in Libia per mettere i soldi da parte per curare la loro figlia, cercando contemporaneamente di ottenere un visto per l’Europa che è stato sempre stato negato”. E sulla nave tedesca “Humanity”, con 179 persone a bordo, recriminano: “Con noi ci sono oltre 100 minori. Il più piccolo è di soli 7 mesi. Stanno soffrendo di stress psicologico. Hanno bisogno di un porto ora”. E sulla “Ocean Viking”, che galleggia con 234 immigrati nella stiva, ribattono: “E’ un obbligo per gli Stati fornire il permesso di sbarco alle navi che sono state impegnate in operazioni di ricerca e soccorso e che trasportano a bordo i sopravvissuti”.
teleacras angelo ruoppolo
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